Pur affrontando tematiche disuguali Ranzani fa emergere uno stile che le accomuna ed è come se il suo sguardo si posasse su momenti diversi di uno stesso panorama che è anzitutto interiore. Di fronte a queste immagini così delicate e dominate dalle leggerezza delle tonalità cromatiche si ha la sensazione di entrare in una dimensione onirica. Per raggiungere questo risultato l'artista ha compiuto una delle operazioni più difficili per un creativo: ha lavorato “a togliere” eliminando ogni elemento in eccesso per far emergere il nucleo centrale della sua poetica. I suoi soggetti non sono mai davvero al centro della scena e l’attenzione quindi si sposta sui particolari, si coglie nei tagli arditi della composizione un qualcosa di intrigante. Pulizia e linearità sono frutto di un minuzioso lavoro sulle composizioni e le luci,  ma anche la stampa viene elaborata con originale tecnica per conferire alle sue fotografie quel tono di classicità. La notazione di solitudine è stemperata dai toni caldi e dalle medesime texture di fondo, denominatore comune di tutto il lavoro delll’autore.

Nato a Milano, dopo il liceo artistico frequenta l’Università degli Studi di Milano, studiando con Eugenio Riccòmini e Fernando Mazzocca. La tesi di laurea verte sulla scultura accademica e la critica d’arte del XIX secolo. Durante gli anni universitari si avvicina alla fotografia dedicandosi allo sviluppo e alla stampa bianco/nero, con una predilezione per l’High-key Tone. I soggetti sono per lo più ritratti femminili con molta grana, le pellicole Ilford sono spesso tirate a 3200 e molto sovraesposte. Per diversi anni fa parte del comitato scientifico della web-magazine “Secretum”, retta dal dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, per la quale redige articoli e recensioni di mostre inerenti pittura e scultura dell’Ottocento. Frequenta i corsi di fotografia Still Life alla John Kaverdash School. Nel 1998 conosce Lanfranco Colombo ed espone “Ritratti” allo spazio Giovenzana di Milano. Nel 2013 viene selezionato dalla commissione di Confini11, partecipando alla omonima collettiva in diverse città italiane tra le quali Torino, Roma, Firenze, Pistoia, Milano. La formazione, indissolubilmente legata alla storia dell’arte, unita alla passione per la cinematografia e la letteratura di fine Ottocento, gli permette di maturare ed approfondire uno stile espressivo personale, a cavallo tra pittura e fotografia. Nel 2017 espone alla settima edizione del MIA Photo Fair.